Le basi per una buona strategia di Email Marketing!

Se hai un’attività commerciale e non fai Email Marketing stai sbagliando qualcosa!

 Prima dell’avvento dei social network le email erano lo strumento di comunicazione principale delle aziende per parlare direttamente ai consumatori. Oggi le aziende comunicano servendosi di numerose piattaforme, le quali permettono di essere sempre più vicini ai propri clienti; non per questo l’email marketing è diventato meno importante, anzi: l’email marketing pare essere ancora 40 volte più efficace di qualsiasi comunicazione social.

Un esempio? Ecco alcuni dati:

Secondo il report dell’osservatorio statistico 2018 (dati relativi all’anno 2017) in Italia sono state inviate più di 12 miliardi e mezzo di email, di cui il 67,5% sono state newsletter (email di carattere informativo su prodotti, novità, offerta dell’azienda con finalità di engagment e fidelizzazione), il 31% sono state DEM (email promozionali mirate alla conversione) e l’1,5% email transazionali (come le email automatiche di conferma d’ordine, invio fattura, attivazione del servizio).

Come possiamo vedere l’Email Marketing non è affatto morto ed ogni contatto email che riusciamo a raccogliere da un potenziale cliente è ancora molto prezioso.

Partiamo dal principio: perché un utente decide di iscriversi ad una newsletter?

Tra le principali motivazioni spicca quella di tenersi aggiornato e informato circa un brand, soprattutto per quanto riguarda le offerte. Infatti, più del 60% delle persone si iscrive a newsletter che trattano di sconti, coupon e promozioni, ed il 40% è iscritto ad almeno una newsletter nel settore viaggi e turismo.

Da non tralasciare le email transazionali di cortesia (email di benvenuto, ringraziamento), quelle automatiche dopo ogni azione compiuta sul sito (acquisti andati a buon fine, tracking degli ordini in arrivo, ect.) o quelle di reminder (scadenze, iniziative a brevi, eventi, attività aziendali) e non dimentichiamoci degli auguri di compleanno che fanno sempre piacere!

Bisogna tenere a mente che tutti gli utenti ricevono una buona percentuale di email da aziende che non conoscono non sanno nemmeno com’è che risultano iscritti. Queste email vengono solitamente etichettate come posta indesiderata. Anche una comunicazione troppo frequente può farci andare dritti nello spam, quindi occhio alla frequenza degli invii che non dovrebbe superare le due email a settimana.

Come dev’essere una buona Newsletter?

Le newsletter dovrebbero essere semplici, chiare, pensate soprattutto in ottica mobile, dalla grafica e dal copwywriting persuasivo. Se l’email ha come obiettivo la conversione, come nel caso di una DEM, un’immagine di impatto dovrebbe occupare la maggior parte dello spazio, seguita da un copy breve ma incisivo e da una call to action ben in evidenza.

Altro aspetto importante è la personalizzazione. Si comincia con l’analizzare la propria audience in base ai dati a disposizione (come sesso ed età, in alcuni casi magari anche luogo di provenienza) e creare delle liste per inviare email personalizzate. Si possono poi creare delle liste in base ai diversi obiettivi aziendali o in base alle azioni che hanno compiuto gli utenti, ad esempio:

inviare delle email con sconti personalizzati ai clienti migliori, regalare un coupon o uno sconto limitato ai nuovi iscritti alla newsletter, inviare poi una seconda email a pochi giorni dalla scadenza del coupon (quindi una mail di reminder), suggerire dei prodotti in base agli acquisti già effettuati, ect.

Un altro grande vantaggio dell’Email Marketing è che esistono diversi tool molto intuitivi e semplici da utilizzare, come mailup o mailchimp, che permettono di creare e inviare newsletter personalizzate e tracciare poi tutti i risultati per capire in cosa si può migliorare.

I KPI più importanti da analizzare dopo ogni invio sono:

  • l’open rate, ovvero il tasso di apertura che indica quanti iscritti hanno effettivamente aperto la tua newsletter;
  • il CRT (click trough rate) che indica la percentuale di utenti che ha cliccato sulla tua email, quindi il reale interesse nei confronti dell’azienda;
  • il Conversion Rate ovvero la percentuale di utenti che ha interagito con la newsletter e ha portato a termine l’azione desiderata.
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